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Il Pallio della Carriera

L’odierna rievocazione storica in costume, per le chiare esigenze spettacolari, è ambientata nel periodo di maggiore splendore degli Aldobrandini, in particolare sotto il ducato di Donna Olimpia Aldobrandini recuperando nel contempo i tempi propiziatori della religiosità nei 7 rioni ... Leggi tutto

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Eventi del Pallio Feste Propiziatorie

Apertura Hostarie: 20-31 agosto 2024 e 1 settembre 2024 (info)
Sei qui: HomeI laboratori sartoriali

I laboratori sartoriali


Il Pallio della Carriera e i laboratori sartoriali - I costumi lepini e caravaggeschi.

Molteplici sono i fattori che concorrono a fare del Pallio della Carriera un sistema culturale a struttura unitaria. L'elemento più qualificante è da individuare nel coinvolgimento collettivo della gente per la organizzazione della festa, intesa come possibilità di incontro, di riscoperta di valori storici che appartengono alla nostra identità lepina. Centinaia di cittadini hanno trovato nel volontariato per la cultura dentro i rispettivi rioni storici, un momento di crescita personale e un investimento per l'intera collettività. Il luogo ove avviene l'incontro per la riscoperta dei valori propri della tradizione lepina, oltre che le hostarie, è sicuramente il laboratorio sartoriale rionale. Ognuno dei sette rioni storici organizza, con ampi spazi di autonomia organizzativa e finanziaria, la propria sartoria. E' lo statuto che regolamenta la vita dell'associazione rionale, ivi compreso il settore della ideazione, progettazione e realizzazione dei costumi. Tutti i lavori sono confezionati sotto la direzione di una responsabile sartoriale. Sono delle vere e proprie botteghe artigianali, ove per molte sarte, vi è stato un periodo di apprendistato. L'autonomia e la discrezionalità di ogni singola sartoria rionale trova il momento della sintesi unitaria nella figura della costumista, individuata in una figura professionale particolarmente esperta e competente nella creazione di originali modelli di costumi ispirati all'arte del ‘600 e del Caravaggio. Finora oltre 500 modelli di vestiti d'epoca sono stati confezionati dalle sarte. Sono i costumi che indossano i figuranti il giorno della celebrazione del Pallio della Carriera. Uno spettacolo policromo di grande effetto scenografico viene offerto agli spettatori che assistono alla sfilata lungo le strade e nelle piazze del centro storico o sugli spalti del campo sportivo ove si corre la gara equestre. Il corteo è il momento del trionfo del lavoro oscuro, effettuato lungo tutto l'arco dell'anno, dalle sarte che prestano la loro competenza nello spirito del più disinteressato volontariato. Le donne svolgono un ruolo primario ed insostituibile nell'organizzazione del Pallio, oltre che delle hostarie. Le donne sono le animatrici dei laboratori sartoriali. Sono diventate particolarmente esperte nel rifinire ogni tipo di modello di costumi storici, interpretandone perfettamente lo specifico significato artistico. Anche nell'acquisire le tecniche della confezione dei costumi dell'epoca, vi è stata una evoluzione. I primi anni del pallio, grandi difficoltà hanno incontrato le pur brave sarte. Ma i modelli seicenteschi sono realizzati con criteri diversi rispetto ai modelli dei vestiti moderni. Le sarte hanno accettato di sottoporsi ad una vera riconversione professionale, aggiornando le proprie competenze. I risultati sono stati ottimi. I costumi si connotano per una perfezione di esecuzione encomiabile. Uno dei motivi artistici più ricorrenti nei costumi è riconoscibile nell'arte somma di Michelangelo Merisi, più conosciuto come il "Caravaggio", che ha lasciato a Carpineto presso la chiesa di San Pietro un "San Francesco in meditazione" ora custodito nel museo di Palazzo Barberini. Moltissimi dei vestiti d'epoca sono stati confezionati secondo modelli ricavati da personaggi che animano i tanti quadri lasciati dal Caravaggio, come: costumi di briganti, di popolane e popolani. I costumi più preziosi per le stoffe pregiate, per le ricche passamanerie e per l'originalità dei modelli, sono quelli indossati dalle due figure centrali del corteo: Donna Olimpia Aldobrandini, duchessa di Carpineto, e suo consorte Gian Francesco Aldobrandini appartenente ad una omonima famiglia dalle lontane origini comuni.


Tipologia dei vestiti


a) ABITI DI DONNA OLIMPIA E DEL PRINCIPE
Ogni anno ciascun rione storico, a sorte, confeziona pregiatissimi costumi che vengono indossati dai due figuranti una sola volta, il giorno della sfilata. Tutti gli esemplari finora confezionati evidenziano la sensibilità artistica della costumista e l'alta professionalità delle sarte.

b) ABITI GENTILIZI
Erano indossati dalla piccola o media borghesia di Carpineto. Gli abiti femminili e maschili sono impreziositi da pizzi di valore, con lavorazione a gorgiera, sapientemente pieghettati. Ampi mantelli abbelliscono gli abiti maschili. Le giacche sono aderenti e avvitate, i pantaloni spessi e rigonfi. Molti modelli sono ripresi dai quadri del Caravaggio.

c) POPOLANI LEPINI
Gli abiti dei popolani sono confezionati con tessuti poveri (il fustagno) rattoppati da pezze. Le calzature tipiche sono le "cioce", calzari di pelle di vacca (vacchetta) e stringhe. Durante la stagione fredda o piovosa, i pastori e i contadini si riparavano con acconciature ricavate dalle pelli di capra o pecora (Guardamacchi). I vestiti, grezzi e poveri, rivelano la condizione misera ma dignitosa dei popolani dediti al lavoro faticoso dei campi.

d) I BRIGANTI
I briganti sono personaggi che fanno parte integrante della storia e della civiltà lepina. Le stoffe dei vestiti sono povere, grezze. La truculenza dei briganti è evidenziata da tipici copricapi e da alcuni accessori necessari per aggredire. Alcuni riuscitissimi modelli sono stati integralmente ripresi dai costumi del Caravaggio. Anche la varia tipologia dei costumi, la maggior parte dei piccoli ispirati all'arte del Caravaggio, rappresentano, oltre la rappresentazione virtuale degli abiti, uno spaccato sociologico della variegata umanità, che nell'evolversi dei tempi, ha formato la comunità civile di Carpineto.