Carpineto Romano ha inaugurato la XXII° edizione del “Pallio della Carriera”, la storica corsa all’anello che si corre fin dal lontano XVI° secolo. I festeggiamenti sono iniziati giovedì 17 luglio con l’invito “A cena dal Cardinale”, rievocazione gastronomica in costume di una sontuosa cena del XVII secolo, che come tradizione apre la stagione dell’Estate carpinetana.
“È una serata dedicata al recupero delle memoria e della tradizione del nostro territorio, questa è la Cena del Cardinale, che si basa su di una ricostruzione storica fedele ed accurata”afferma
il sindaco di Carpineto Romano, Matteo Battisti
un’esperienza, che è entrata nel dna della nostra comunità, si è subito percepita la forza dirompente, in termini culturale e che si può svolgere grazie alla forza e alla volontà di una intera comunità nella riscoperta delle sue radici”. Figura centrale della rievocazione è il Cardinale Pietro Aldobrandini (1571-1621), nipote di Papa Clemente VIII (al secolo Ippolito Aldobrandini, 1592-1605) e fratello di Donna Olimpia (1567-1637), Signora di Carpineto, che amava chiamare il “suo bello stato”. Il Seicento è l’epoca d’oro di Carpineto, che grazie agli interventi adottati per migliorare le condizioni di vita del paese, interventi caldeggiati proprio dal cardinal Aldobrandini, vide modificare il suo tessuto urbano, la cui opera principale fu l'ideazione e la costruzione della Chiesa di San Pietro e dell'annesso convento, affidato ai francescani, che divenne un importante luogo di studi filosofici e teologici e dove soggiornò San Carlo da Sezze. Per questo luogo, il Cardinale commissionò i due quadri esposti nella chiesa di S. Pietro di scuola caravaggesca: "Le Stimmate di S. Francesco " di Simon Vouet e "L'Immacolata Concezione" di Fra' Diego da Tavello, ma soprattutto il “San Francesco in meditazione” di Caravaggio (opera della quale si auspica presto la restituzione da parte delle Belle Arti). Il cardinale Pietro Aldobrandini si fece allestire qui un appartamento ove alloggiava nelle sue visite a Carpineto e nel chiostro del convento, impreziosito da 28 lunette affrescate da Francesco Serbucci di Tivoli nel XVII secolo con la “storia di San Francesco”, era solito ricevere gli invitati. Il numero e la qualità delle portate è frutto di attente ricerche storiche e le portate sono ricavate dai 37 conviti descritti ne “Lo scalco prattico” di Vittorio Lancellotti da Camerino, pubblicato a Roma nel 1627 “appresso Francesco Corbelletti”: Vittorio Lancellotti era uno dei più rinomati chef dell’epoca e viene ricordato come cuoco o "scalco del cardinal Pietro Aldobrandino di gloriosa memoria”: ideatore e artefice di solenni imbandigioni, lo “scalco” oltre che cuoco era anche il “regista” dei banchetti perché a lui competeva pure la scenografia del convito, con le varie invenzioni e suggestioni destinate a catturare l’attenzione dei commensali. Il menù approntato ogni anno a rotazione dallo staff delle hostarie rionali, quest’anno è stato affidato ai cuochi del Rione “Jo Curso”, che si sono superati servendo in tavola: ricotta dello “bello stato carpinetano”, ventresca, “occalozzo” e “presutto Bassianese”, melone giallo delle paludi pontine, “cipolla abbrustolita”, “stelle agghiacciate di melangole Sermonetane”; “pasta fatta in casa con fave, ventresca e pempedorini”, lasagnette con “tartufolo, salsiccia e cocozze”; carne bufalina di “Piperno”, leprotto lepino con olive nostrane, rosmarino e vinagro; “erbe cotte dell’Abbadato di Valvisciolo”.
Il convito, allietato da musiche originali del ‘600, è stato preceduto dalla sfilata del treno storico del Pallio, con il Cardinale Aldobrandini e i suoi dignitari, Donna Olimpia il suo consorte Gian Francesco Aldobrandini, il Governatore e consorte ed altri scelti personaggi della vita del paese e dalla esibizione degli Sbandieratori e Musici dei 7 Rioni Storici. E proprio
il Treno storico nella sua versione più imponente, con i suoi 400 e più figuranti, sfilerà nuovamente domenica 24 agosto per le vie del paese, mentre domenica 31 agosto si correrà la “Carriera", la corsa sfrenata di cavalli barberi che ha origini medievali ed è ricordata come evento negli “Statuti e Ordinanze della Terra di Carpineto”, come confermano le testimonianze d'archivio dal XVI al XIX secolo. Sappiamo che in occasione della Carriera, i cavalieri si sfidavano in gare equestri nell'abitato urbano, in contrada "Curso", già dal secolo XIII. I padri Agostiniani insediatisi, a metà del XIV secolo, a Carpineto introdussero il culto di S. Agostino, recuperando festività, fiera e carriera ma spostandole nel mese di agosto; e nella chiesa dedicata al Patrono dove dei primi pallii ancora se ne conservano alcuni drappi.
“È anche grazie all’attento lavoro svolto dall’Ente Pallio e dall’associazioni legate al Pallio che si è potuti giungere ad un alto livello di qualità nello svolgimento dell’intera manifestazione” conclude l’assessore alla Cultura Noemi Campagna, “
L’obiettivo è quello di costruire un processo in cui si possa traguardare il futuro”.